Lo Stato che non c'è
Guardandosi attorno, giorno dopo giorno, in molti si stanno accorgendo finalmente, della simultanea presenza di un insieme di fattori che fanno emergere una realtà inequivocabile.
In questi anni ho potuto constatare che molti di quelli che pensano di aver capito l'inganno globale in atto e che si autodefiniscono "risvegliati", in realtà hanno solo cambiato "religione", passando da una credenza ad un altra, abbandonando la loro acritica fiducia nelle istituzioni, per gettarsi completamente nelle mani dei nuovi "pastori", i "guru della controinformazione" che impazzano sul web e che continuamente fanno allarmismo, esasperando ogni potenziale pericolo in vista, stabilendo continuamente date, in cui un nuovo provvedimento determinerà la fine di tutto e l'inizio della schiavitù.
Le persone vogliono solo e subito risposte, vero dramma è che non gli interessa capire perchè e come si è giunti a quella conclusione, vanno sulla fiducia o, peggio, sulla fede.
Hanno capito che i Governi sono un male(?), e allora chiunque va contro, o qualunque cosa è una critica ai governi va bene, perchè conferma la loro nuova idea fideistica, sono abituati a credere, come dicevo nel mio primissimo post condiviso nel gruppo (ma poi anche in altri), e non a sapere.
Insomma non hanno capito ancora nulla o hanno capito molto poco, perchè entrambe le due "religioni" usano gli stessi mezzi (la paura) per raggiungere i propri scopi (il potere e il controllo per i governi, la popolarità misurata con followers e like poi da utilizzare in vari modi, anche per far soldi o per una futura candidatura politica, chissà, per i nuovi "messia della controinformazione").
Prima affidavano la propria vita agli Stati oggi spesso la mettono nelle mani di questi "influencer". Prima erano manipolati dai Governi che spingevano al conformismo e al pensiero unico, oggi si "conformano" al pensiero più di tendenza sui social.
Queste persone sono ancora imbrigliati nel sistema delle credenze e non sono ancora minimamente o realmente entrati nel sistema della conoscenza, pensando che, semplicemente cambiando "religione" e senza cambiare alcuna delle loro abitudini o comportamenti, le cose per loro cambieranno, il mondo cambierà.
Einstein disse:
"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla".
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