Il PANDI, il “modello Italia” d’imposizione vaccinale (e non solo)

20.09.2023

In questi anni abbiamo osservato in tutto il mondo, un aumento della spinta alla vaccinazione. I motivi sono noti a tutti e non sono dipesi certamente dalla ripresa o dalla comparsa di nuove malattie ma, piuttosto, dalla volontà delle industrie farmaceutiche, in accordo con la politica, di fare più profitti e, al contempo, creare dipendenza da un lato e controllo dall'altro.

Ogni Paese però ha adottato politiche di "persuasione" o "imposizione" differenti, a seconda della legislazione nazionale. In Italia il sistema si è affinato inizialmente attraverso la famigerata Legge Lorenzin, quella che ha aumentato il numero dei vaccini pediatrici "raccomandati", sì avete letto bene "raccomandati" e non "obbligatori". Prima che qualcuno cominci a sobbalzare sulla sedia, è bene che legga fino in fondo tutto l'articolo, in cui spiegherò come l'obbligatorietà sia, di fatto, solo fittizia e non reale, benché percepita dalla popolazione come tale.

La tecnica d'imposizione italiana si è basata su cinque fattori fondamentali tutti indispensabili. Infatti, anche l'assenza di solo uno di essi, ha di fatto comportato l'inefficacia del tanto sbandierato e propagandato "obbligo". Questi fattori, tutti di pari importanza che devono aversi "contemporaneamente" e non necessariamente in quest'ordine, sono:

  • La Propaganda, con cui si è fatto passare per obbligo un provvedimento che, come vedremo nella realtà non lo è;
  • L'Apatia (frutto di un misto tra superficialità, svogliatezza, incapacità cognitiva e sudditanza) dei cittadini, che non hanno ritenuto necessario comprendere di più, leggendo la Legge in questione;
  • La Necessità dei cittadini, di trovare una soluzione "comoda" alla "sistemazione dei propri figli;
  • La Disinformazione, fatta dai mass media mainstream e dalle autorità che hanno contribuito a far percepire come necessaria, e quindi "obbligatoria", l'adempimento di questa legge per l'accesso alle scuole e, al contempo, hanno esasperato in modo allarmistico, la gravità di malattie del tutto innocue se contratte in età pediatrica, come le cosiddette malattie infettive (morbillo, rosolia, varicella, ecc.);
  • L'Ignoranza della maggioranza dei cittadini, che non conosce la Costituzione, i propri diritti e non distingue la differenza tra "obbligo" e "diritto", ignoranza sulla quale la politica ha fatto leva per ottenere, con successo, il rispetto a questa Legge;

Un modello che potremmo denominare con l'acronimo PANDI (Propaganda, Apatia, Necessità, Disinformazione, Ignoranza). È molto importante comprendere ognuno di questi fattori e il funzionamento del modello nel suo complesso. Analizziamo uno a uno, partendo dall'ignoranza.

L'ignoranza della popolazione è un fattore essenziale per imporre qualsiasi cosa. Non a caso che il sistema educativo italiano (che io ho più volte definito "dis-educativo") negli ultimi trent'anni ha, ancor più che in passato, sfornato una quantità di analfabeti funzionali senza precedenti, complice anche la sostituzione (per pensionamento) degli insegnanti di una volta, cresciuti in un periodo in cui l'importanza dell'istruzione era ben chiara, così come quella del trasmettere i valori umani e democratici presenti nella Costituzione, ora sostituiti dai ben più malleabili e culturalmente labili insegnanti di oggi.

L'ignoranza su cui la politica "ha giocato", riguarda la mistificazione della realtà che ha permesso di far percepire come un obbligo quello che invece è palesemente e costituzionalmente (in Italia) un diritto. Si parla ormai da decenni (e si continua anche oggi) a parlare di "scuola dell'obbligo". In Italia però, non esiste alcun obbligo di frequentazione della scuola pubblica o privata che sia ma, al contrario "il diritto" a ricevere un'istruzione, valido dai 6 ai 16 anni (esteso a 18). I minori di 6, quelli cioè che andrebbero al nido o all'asilo, non rientrano in questo discorso, per loro l'accesso può effettivamente essere subordinato a regole, quali appunto la vaccinazione, non essendo l'accesso a questi luoghi, un "diritto" ma una scelta del cittadino.

Tale diritto può essere goduto dal cittadino (parlo dei minori ovviamente) anche in modi diversi dalla frequentazione scolastica tradizionale, come ad esempio studiando con insegnanti privati, o facendo ciò che oggi è comunemente chiamato homeschooling (cioè studiare a casa da soli o in gruppi con insegnanti privati) o, ancor meglio con l'istruzione parentale, in cui gli insegnanti sono genitori e/o parenti. Si tratta di pratiche assolutamente legali e normate dalla legge che rendono di fatto possibile il godimento del proprio diritto, senza essere "obbligati ad andare a scuola". Essendo una pratica ancora poco conosciuta in Italia, sebbene esista fin dal 1948, ma in continua crescita, la "popolazione ignorante" si è fatta persuadere sul fatto che la scuola sia obbligatoria, conseguentemente anche le norme che ne regolano l'accesso sono considerate tali, ma anche in questo caso non è così.

Abbiamo detto, infatti, che ricevere l'istruzione è un diritto e la scelta dell'istruzione privata o parentale, è un "lusso" che non tutti possono permettersi, mentre lo Stato ha invece l'obbligo (articolo 3 della Costituzione) di eliminare gli ostacoli esistenti al godimento dei diritti dei cittadini. Nel caso specifico quindi, ha l'obbligo di fornire un sistema educativo pubblico. Tuttavia non può, nell'erogare il servizio scolastico, porre veti di accesso di qualunque tipo. Anche la legge Lorenzin non ha potuto aggirare questo punto.

Qui subentra il secondo fattore, la propaganda. La propaganda ha fatto si che le persone continuassero a ignorare la differenza sopra esposta tra diritto e obbligo, e pensassero che la legge Lorenzin avesse disposto un obbligo vaccinale reale aggirando la Costituzione.

Interviene a questo punto l'Apatia (misto tra superficialità, svogliatezza, incapacità cognitiva e sudditanza) dei cittadini. Sarebbe bastato approfondire la questione e comprendere ciò che è scritto per capire che lo sbandierato obbligo non era reale o effettivo.

Al contrario di quanto comunemente si pensa, infatti, nessuno può impedire a un cittadino non vaccinato, di accedere e frequentare la scuola pubblica o privata parificata. Al più la scuola può, come dispone la Legge Lorenzin, chiedere il libretto vaccinale e, in caso di assenza totale o parziale delle vaccinazioni previste, segnalare la situazione all'ASL competente. Sarà solo questa, infatti, che potrà prendere contatto con le famiglie per invitare alla vaccinazione o chiedere spiegazioni per quelle mancate. Nel frattempo minore potrà continuare a frequentare la scuola senza alcun tipo di discriminazione o limitazione.

Ci sono diversi modi per rispondere all'ASL riguardanti la mancata vaccinazione dei figli, ma ad ogni modo, al massimo l'ASL potrà solo infliggere un'ammenda (max. € 500) una tantum, pagata la quale la posizione è sanata, a conferma che la questione è esclusivamente economica e non riguarda la salute del cittadino o la salute pubblica.

C'è poi da rilevare poi sul vero significato di "obbligo". "Obbligo" significa che deve essere fatto per forze, o con le buone o con le cattive, e che non c'è possibilità di evitare quanto disposto. Nel caso specifico, un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), quale il presunto obbligo vaccinale dovrebbe essere, è normato dalla legge in modo molto stringente e preciso. La legge prevede che essendo limitativo dell'inviolabilità del corpo (diritto umano fondamentale) sia possibile solo in presenza di condizioni specifiche quali, tra le altre, il fatto che può essere disposto solo individualmente (e non in modo collettivo come invece fa la Legge Lorenzin), solo in casi specifici e non quindi per motivi generici, solo per volontà di un'autorità specifica (che la legge individua nel Sindaco del comune di residenza), solo dopo avere sentito il medico di fiducia del destinatario del TSO che ne valuta le condizioni di salute e il bilanciamento rischi/benefici. In presenza di tutte queste circostanze, il TSO può essere eseguito anche con la forza. 

Non ricorrendo queste circostanze nel caso della Legge Lorenzin, nessuno è stato mai vaccinato con la forza, tant'è che basta pagare (nel remoto caso venga poi effettivamente inflitta) una multa e la cosa si risolve ed è sanata, l'obbligo (o presunto tale) e formalmente assolto (c'è una circolare ministeriale che dispone questo). A ulteriore conferma della non obbligatorietà per i vaccini pediatrici, c'è anche da dire che la Legge in questione ha introdotto il discorso del "obbligo di consenso informato". I medici vaccinatori devono obbligatoriamente esporre tutte i rischi del trattamento medico in questione e raccogliere la firma del genitore responsabile. In caso di rifiuto nessuno può toccare il minore, ma anzi, dirò di più. Il consenso informato è ciò che ha reso una palese legge incostituzionale (come la legge Lorenzin) costituzionale, infatti, la firma del "consenso informato" dal punto di vista legale trasforma quello che è presentato come un "obbligo" (ma che nei fatti non lo è) nella richiesta di un trattamento medico da parte del cittadino, che diventa quindi unico responsabile delle conseguenze del trattamento, sollevando da esse i medici e lo Stato. Giuridicamente si chiama manleva.

A questo punto subentra il quarto fattore, la necessità. Conoscendo la presenza dei citati fattori (Ignoranza e Apatia), la politica subdolamente ha fatto leva sulla necessità delle famiglie. Sarà triste da dire, ma in molti casi le famiglie hanno la necessità di lasciare i figli da qualche parte per andare a lavorare, e dunque non hanno la possibilità di scegliere l'istruzione privata o parentale. Così in molti si sono sentiti obbligati a far vaccinare i figli (anche se abbiamo detto, non era in realtà necessario) per poterli lasciare a scuola.

Arriviamo infine alla Disinformazione. La legge è stata emanata preparando "bene il campo". L'opinione pubblica è stata convinta della pericolosità di malattie che tutti i nati prima degli anni '90 del nuovo millennio, sanno essere ormai del tutto innocue per la quasi totalità della popolazione. Tutti le hanno avute e senza conseguenze. Chi aveva quell'età però, probabilmente non aveva figli in età scolastica o comunque chi le aveva era una minoranza. La maggioranza dei genitori erano quelli nati già sotto la propaganda vaccinale che si cominciava ad affacciare proprio dalla metà degli anni '90 in poi, e che forse non hanno avuto tutte le "malattie infettive". È stato quindi facili convincerli della pericolosità del morbillo. Della varicella, della rosolia, ecc.

Il modello PANDI è stato poi riproposto in era Covid, in cui è accaduta esattamente la stessa cosa. Si è fatta Propaganda parlando di "obblighi vaccinali" non reali, anche qui con il subdolo escamotage legale del consenso informato che trasforma l'obbligo in richiesta, in assenza della firma del quale nessuno è stato forzatamente vaccinato (ci sono milioni di non vaccinati); c'è stata l'Ignoranza della popolazione riguardo i propri diritti e obblighi costituzionali; c'è stata l'Apatia (misto tra superficialità, svogliatezza, incapacità cognitiva e sudditanza) che ha permesso l'inganno di Stato; c'è stata la Necessità di andare a lavorare o di accedere a negozi e servizi su cui lo Stato ha giocato per "costringere" con il ricatto, le persone a ubbidire sentendosi "obbligate" anche se non lo erano (tant'è che tutti hanno dovuto firmare il consenso informato); c'è stata la Disinformazione che ha fatto passare per letale una malattia non più pericolosa, dati alla mano, di una normale influenza alla quale poi oggi è stata di fatto declassata.

Sarà sufficiente sapere dell'esistenza del modello PANDI, per evitare di ricadere nell'inganno in futuro?

Approfondimenti su questo e altri temi di attualità nel libro Fact-Checking – La realtà dei fatti, la forza delle idee.

Stefano Nasetti

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