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Il bilancio statale non può permettersi l'ipocrisia ideologica delle auto green
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Nell'ultima rilevazione del MASE datata 16 gennaio 2023, che si riferisce alla media settimanale dei prezzi dal 9 al 15 gennaio, l'accisa
pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel (assai meno sul
gpl), e aggiungendoci l'Iva al 22% (calcolata su netto + accisa) il
carico sale al 55% circa.
E questo prima dei recenti aumenti.
Oggi
se ne contano ben 19 di accise sui carburanti in Italia, ma in realtà
questo conteggio non ha più molto senso perché nel 1995, quindi più di
venticinque anni fa, le varie accise sono state inglobate in un'unica
imposta indifferenziata che finanzia il bilancio statale nel suo
complesso (quasi 24 miliardi di euro nel 2021), senza alcun riferimento
alle motivazioni originali.
Ecco la lista delle 19 accise con le originarie motivazioni (da Wikipedia):
- -Guerra d'Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
- -Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
- -Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
- -Ricostruzione dopo l'alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
- -la Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
- -Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
- -Ricostruzione dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
- -Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);
- -Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);
- -Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;
- -Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;
- -Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;
- -Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;
- Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;
- -Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;
- -Decreto 'Salva Italia' del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);
- -Emergenza terremoti dell'Emilia del 2012: 0,024 euro;
- -Finanziamento del 'Bonus gestori' e riduzione delle tasse ai terremotati dell'Abruzzo: 0,005 euro;
- -Spese del 'decreto Fare' del 2014: 0,0024 euro.Punto2
Un'imposta che tanti politici dico di voler cancellare o quanto meno ridurre, ma si tratta di una bugia conclamata.
Le
accise su carburanti resistono da decenni a tutto e a tutti, perché
garantiscono un gettito fondamentale per le casse dello Stato di cui non
può più fare a meno. Garantiscono infatti circa 28/29 miliardi di €
annui di gettito fiscale.
Oggi, lo Stato "promuove" e incentiva
l'uso di auto elettriche, che fortunatamente stentano, per ragioni di cui
ho gia detto, a prendere piede.
La domanda che tutti
dovrebbero farsi è: se le auto elettriche prendessero davvero piede,
cosa ne sarebbe di quel gettito fiscale di cui lo Stato ha bisogno?
La risposta è semplice. A breve le auto elettriche oggi incentivate, saranno duramente tassate per recuperare le accise sui carburanti.
Sta
già accadendo in alcuni Paesi, come ad esempio in Nuova Zelanda, dove
dal 31 marzo del prossimo anno, le auto elettriche pagheranno una tassa
in funzione dei chilometri percorsi, il che presuppone anche
l'istallazione di dispositivi per il monitoraggio e la rilevazione degli
spostamenti reali.
Senza contare l'ipocrisia insita nell'ideologia green che promuove i veicoli elettrici.
Infatti, nel 2022, la richiesta di energia elettrica Italiana è stata di 189.103 GWh ed è stata soddisfatta al 53,8% dalla produzione da Fonti Energetiche Non Rinnovabili, per il 32,4% da Fonti Energetiche Rinnovabili e la restante quota dal saldo estero.
Ciò significa che solo il 32% circa della ricarica di un'auto elettrica è fatta realmente senza emettere CO2 (che tra l'altro è un falso problema e un falso indicatore di inquinamento).
Ditelo ai nuovi adepti dell'ideologia green.
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Attenzione: la lettura di quest'articolo è riservata alle persone senzienti e che non sono sotto "l'influsso" dei media mainstream e dell'ipocrisia globalista/progressista. Se fai parte di quest'ultima categoria, fatti (e fammi) un favore non leggere e prosegui oltre.
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